mercoledì 12 aprile 2017

Cambio di quota.

Buongiorno!

Questa mattina, come scritto nel Post precedente, ho deciso, anche perché sollecitato da un amico, di andare a vedere cosa succedeva a media altezza (500 m. circa).
Qua dietro, tra Montevarchi e il Chianti, in un vallone che un tempo era una sola immensa Prugnolaia, lungo un corso d'acqua che per circa un chilometro scorre in piano, con il bosco a volta che tutto racchiudeva e teneva in equilibrio.
Quando ci entrammo, quarant'anni fa, fu un'impresa arrivarci risalendo il ruscello dal fondo valle per diversi chilometri finché sbucammo in questa specie di paradiso in cui dovunque giravi lo sguardo vedevi distese di Prugnoli marcescenti (si era in tarda stagione, all'inizio di maggio).
Per diversi anni continuammo a prenderne in quantità industriale, poi cominciarono ad entrarci dei concorrenti (ma ci difendevamo bene, conoscendo a fondo l'ambiente) e infine cominciarono con il taglio.
Nella parte aperta, a pascolo allagato, fecero anche diversi tentativi (falliti) di allevamento, prima coi cavalli e poi con le cinte senesi, in maniera che tutto venisse sovesciato ben bene (ora poi sono arrivati anche i cinghiali) e rovinato il più possibile (l'insipienza umana non conosce limiti).
Risultato, in poco più di dieci anni è sparito quasi tutto (la gente neanche più ci va) con le piante di rovo che ormai sopravanzano e ricoprono tutto, anche le macchie di biancospino e pruno selvatico.
Dall'anno scorso poi il processo ha subito un incremento esponenziale e in massima parte il macchione è diventato impenetrabile.
Da una sola immensa Prugnolaia ad un solo immenso roveto.
I Prugnoli si trovano ancora in qualche punto più aperto, dove entrano più facilmente guazza e pioggia ma all'interno, dove c'erano le fungaie più belle, non si vede più niente.
E poi, come detto, si sta chiudendo definitivamente tutto e, tempo un paio di anni, non ci entrerà più anima viva.
Comunque stamani, facendo il giro delle sette chiese, abbiamo raccapezzato un discreto paniere, anche se fa tristezza ricordarsi di com'era e come è ridotto questo posto.
Un'escursione che ripeto tutti gli anni per ravvivare il ricordo di un posto favoloso che se ne sta andando.

Ecco le foto scattate oggi:


 
Calocybe gambosa




Questi li aveva già "colti" la bestia.


















E, da oggi, all'alto o niente.



Buona serata a tutti!

3 commenti:

mario ha detto...

Resto sempre estasiato da questi racconti, davvero fiabeschi, meravigliosi.
Per un attimo ero lì anch'io nella Valle dei Prugnoli. Posto che, sfortunatamente per me, non ho mai visitato, nè credo mai avrò la fortuna di visitare in futuro. Ma immagino che sia davvero struggente pensare a come un posto, che ci ha donato tanta gioia in passato, possa essersi sciupato in questo modo. Peccato!
Vedo, comunque, che ti difendi benissimo, in una stagione comunque mediocre, con le piogge che sono diventate veri e propri sogni.
Ciao.
Mario (Prato)

Anonimo ha detto...

Buongiorno Angiolo, ogni tanto rifacciamo capolino da quel di Pesaro, manchiamo di far visita a Vallombrosa dalla primavera 2016, ma un occhiata giornaliera a questo blog è quasi un obbligo. E le tue ultime sui prugnoli mi hanno dato nuovi stimoli dopo una disavventura del maggio scorso. Uscita a prugnoli sui prati del Carpegna con dotazione prevista, guanti, bastone e tutto il resto. Poi l'imponderabile, già in fase di ritorno verso l'auto per rispondere al telefono mi sfilo un guanto e mi siedo sull'erba! Aspide femmina piena di veleno appena fuori dal letargo mi pizzica la mano sinistra, cinque giorni d'ospedale e lunghi effetti postumi ma mi è andata bene per aver raggiunto in tempo utile l'ospedale e la posso raccontare. E allora ho scritto queste righe per suggerire, quantunque ce ne fosse bisogno, la raccomandazione a tutti i lettori alla massima prudenza. I casi di morsi di vipera alle persone sono davvero rari, ma il sottoscritto docet. In quanto a me e a mia moglie mai più a prugnoli sui prati di montagna. Ci metteremo alla ricerca di prognolaie meno esposte, nelle aree boscate e comunque ricordando di essere sempre prudenti, in ogni caso, anche quando l'entusiasmo tende a far calare l'attenzione verso certi rischi. Un cordiale saluto. Mirco e Paola

Angiolo ha detto...

Bentornati Paola & Mirco!!!

Mi dispiace e sono arcicontento che comunque si sia risolto tutto per il meglio.
Con le vipere bisogna stare attenti.
Quello che ripeto sempre a Tomoko che è una principiante (anche se ormai abbastanza esperta) ma che non ha mai visto una vipera.
Quando metti le mani in terra, per qualsiasi ragione anche raccogliere un foglio caduto, sii ben sicura di aver visto tutto quello che c'è da vedere.
Perché la natura non è quella di Walt Disney e gli sbagli li fa pagare, a volte assai duramente.
Un mio zio materno fu morso al braccio, quando andò a raccogliere un fascio d'erba che aveva colto per i conigli e che aveva lasciato per qualche minuto al sole (e la vipera ci si era infilata dentro).
E lui non si era mai rimesso completamente dalla briscola che si beccò.
Comunque tutto è bene quel che finisce bene.
E, per inciso e come ho già scritto altre volte, questa è una delle ragioni per cui io cerco i Prugnoli solo al bosco.
Il paleo l'ho abbandonato da decenni.
Sai quante volte mi sono ritrovato al mattino la vipera tra le mani, quando ci andavo.
Tutta intorpidita e, probabilmente, questa è una delle ragioni per cui non sono mai stato morso.
E poi nell'ambiente di paleo sono difficilissime da vedere, il loro mimetismo è pressoché perfetto.
Così dissi basta.
E poi (mi ripeto) al bosco è troppo più bello, quando li trovi, i Prugnoli.

Un cordialissimo saluto a tutti e due, anche da parte di Tomoko.