sabato 28 aprile 2018

Il paniere al chiodo...

...jusqu'au jour où la pluie viendra (ma anche un po' dopo).

Buongiorno a tutti!

Ieri mattina ho pensato bene di andare a vedere cosa facevano i Prugnoli in alto (Borselli).
Grande delusione!
Già lo scorso anno la stagione all'alto per me era stata disastrosa.
Quest'anno ancor peggio, se possibile.
A meno che, come dicevo, non venga presto la pioggia (parlano del 2 maggio, ma prima la davano più vicina; finora ci avevano dato, quando faceva comodo che non piovesse; ma, adesso che ci vorrebbe, cominciano a sbagliare. Pari pari come l'anno scorso, per ora).
Perché poi, credendo di esser furbo, mi sono detto che era meglio lasciar perdere i Prugnoli latitanti e andare a dare un'occhiata ai Dormienti.
Così, tanto per vedere, anche se la volta scorsa avevo detto che facevo festa.
E mal me n'è incolto (ma va bene questo participio?).
Perché ho trovato della roba veramente impresentabile.
Funghi tutto contorti per farsi strada nel terreno diventato duro come il sasso, sfrangiati, secchi alla morte con la terra incorporata nel gambo e che, se cerchi di pulirli, ti si sgretolano letteralmente fra le mani da quanto sono gessosi.
Posto le foto e non aggiungo altro.
Solo che, finché non piove e  piove bene, non torno nel bosco neanche se mi dicono che nascono i Porcini a picce.
O forse ci vado?(!)
Beh, vedremo.

Dunque, le foto:



Calocybe gambosa. Sotto Prunus spinosa.

Siamo sull'asciutto forte.





Sotto Abete/Pino di Douglas.

Hygrophorus marzuolus. Incastrati nel terreno secco.










Dopo pulitura.

I Prugnoli non sarebbero male, ma sono pochissimi.

I Dormienti sono in condizioni orribili.


Bisognerà attendere tempi migliori.




Un cordiale saluto a tutti!

martedì 24 aprile 2018

Viaggio nel tempo.

Buona sera!

Stamani ho fatto una scappata di un paio di ore sopra Montevarchi, in una postazione di mezza montagna (500 m.) dove un tempo trovavo tanti Prugnoli.
Tutti gli anni ci faccio una sola escursione, sul tardi della stagione, per rivisitare posti che mi hanno dato dei ricordi indelebili.
Adesso non più perché i disgraziati che li gestiscono, non so a quale titolo, ne hanno inventate di tutte per renderli sterili.
Già si trattava di posti che, pur in un fondovalle incassato in mezzo ai monti e con un forte ristagno di acqua, appena si sale di un metro ai lati (i punti dove lì nascono i Prugnoli) si dimostrano estremamente sensibili al vento ed alla conseguente disidratazione del terreno.
Poi lor signori prima ci misero i cavalli che comunque ai Prugnoli davano poca noia.
Poi tolsero i cavalli e ci misero qualche esemplare di cinta senese, quella un po' più dannosa.
Ora non si sa cosa ci sia.
Fatto sta che è tutto sovesciato, probabilmente per incroci e commistione dei suidi domestici con quelli selvatici.
Il che non sarebbe niente se per giunta non avessero tagliato le querci, a più riprese senza curarsi di ripulire e smacchiare la vegetazione selvatica che prospera negli anni successivi al taglio.
Così si è trasformato tutto in un macchione impenetrabile in cui solo chi sa come è disposto il terreno riesce ad inoltrarsi, e con fatica.
Altrimenti ci si blocca in mezzo alle piante di pruno alte tre metri inframezzate da robusti getti di rovo che trasformano tutto in un muro invalicabile.
Così le Prugnolaie che erano numerosissime e molto prolifiche si sono sempre più ridotte di numero.
E quelle sopravvissute sono molto meno generose di quanto fossero all'origine.
Che, quando scoprimmo il posto (eravamo una ridotta squadra di amici) allora sconosciuto ai cercatori, di maggio inoltrato, avremo trovato due quintali di Prugnoli, marci.
Delle distese immense in mezzo al bosco a volta lungo il fosso che attraversa il piano del fondovalle.
Una cosa incredibile.
E per diversi anni ne prendemmo quanti ne volevamo.
Poi la solita gola profonda che c'è in ogni compagnia cominciò a spargere la voce e ci trovammo sempre più gente tra i piedi.
Ma noi ci difendevamo bene perché conoscevano tutto quello che c'era da sapere del posto e continuavamo a fare delle grandi raccolte.
Poi successe quello che ho descritto sopra ed è andato tutto a ramengo.
Adesso appunto ci vado una volta l'anno (a stagione normale si cominciava il 25 di aprile), gli altri non vengono neanche più, per rivivere con la memoria i fasti favolosi di un tempo ormai lontano.
Ed i risultati tutti gli anni sono più o meno come quello di oggi, con l'aggravante che quest'anno la grande pioggia venuta non ha fatto a tempo a dare i risultati dovuti per il sopraggiungere di questa ondata di caldo e di vento che sta massacrando tutto.
Ed i funghi che ho trovato sarebbero stati quasi tutti da lasciare dove erano.
Nei giorni prossimi proverò ad andare alto, ma se tanto mi dà tanto...

Ecco le poche foto scattate:




Calocybe gambosa

La prima fungaia, l'unica in buona salute. Rintanata in mezzo ai sassi e alle foglie secche di querce.


 

Il resto tutta roba in pessime condizioni. Forse neanche da prendere.

Unica bella sorpresa due Morchelle. In condizioni assai migliori dei Prugnoli!

Anche se questa era un po' sciupata.



Niotare la secchezza dei carpofori, tale da farli sembrare di cartapesta.

Non male a vederli così. Però...








E...buona serata a tutti!

domenica 22 aprile 2018

Pulizie annuali.

Buongiorno!

Ieri pomeriggio sono andato nei miei posti bassi a "ripulire" le Prugnolaie.
Per evitare che qualche viandante tardivo me ne imbrocchi qualcuna che mostra ancora qualche carpoforo allo scoperto.
Come mi aspettavo, dopo diversi giorni di tramontana e temperature fuor di testa che ormai si avvicinano ai 30°C (ieri questo valore è stato mancato di un solo grado), il terreno è completamente cambiato.
Marmato in superficie (sotto sarebbe ancora fradicio), ridotto in polvere, incredibilmente diverso da come lo era solo 5 giorni prima.
E i pochi Prugnoli trovati, avvizziti e bacati, soprattutto se maturi.
Qualcuno ancora bello in un macchione il cui terreno però è devastato dal cinghiale.
Una fungaia che me ne ha dati una trentina, ma in un punto dove ne avevo lasciati diversi sembrava ci fosse stato un bombardamento a tappeto, con scavi profondi diverse decine di centimetri.
Comunque missione compiuta.
Adesso posso passare all'alto, sperando che lì l'andamento climatico non abbia fatto i danni irreparabili che ha fatto quaggiù negli ultimi giorni.


Ecco le foto scattate ieri:


Calocybe gambosa. Siamo sul secco.



Ben nascosto, al riparo di un masso con foglie secche.

Messo allo scoperto.

Giovani, sotto rovi.





Di nuovo roba disidratata.


Secchi forte e aggrediti da muffa.



Di qui passò la bestia scavatrice.


Sotto tronco marcio, con rovi secchi di contorno.

Questo è quanto.






Un cordiale saluto a tutti!